
Herbert Kappler
Autore: Carlo Gentile
* 23 settembre 1907 –
Stoccarda
† 9 febbraio 1978 –
Soltau
Herbert Kappler fu capo delle SS e della Gestapo a Roma durante l’occupazione tedesca dell’Italia. Diresse l’Außenkommando della Sicherheitspolizei e del Servizio di Sicurezza (SD) e partecipò in modo determinante alla deportazione degli ebrei romani il 16 ottobre 1943, nonché al massacro delle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944. Al termine della guerra, nel 1948, fu condannato all’ergastolo in Italia. Il 15 agosto 1977, con l’aiuto della moglie, fuggì da un ospedale militare romano verso la Germania, suscitando una crisi diplomatica. Morì in libertà nel 1978.
- Nazionalità
- tedesca
- Formazione
- Gestapo, SD
- Iscrizione alla NSDAP
- 1.8.1931 n. 594.899 (n. SS 55.211 dal 1.12.1932)
- Forza armata
-
SD
SS
- Unità
- Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD Rom
- Periodo di attività
- 1932-1945
- Grado
- SS-Obersturmbannführer
- Campagne nella seconda guerra mondiale
- Italia 1939-1945
- Massacri confermati
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Fosse Ardeatine
La Storta
- Dopoguerra
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1948 Processo a Roma, detenzione nel carcere militare di Gaeta.
Fuga dall'Italia nell'agosto 1977
Formazione ed esperienza in guerra
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Da ingegnere elettronico a ufficiale SS: Gli inizi della carriera di Kappler nell'apparato nazista
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Il coinvolgimento nell'indagine contro Georg Elser
In qualità di attaché della polizia presso l'ambasciata tedesca a Roma, Herbert Kappler coordinava la cooperazione tra Italia e Germania in materia di sicurezza e controllava gli oppositori del regime e le persone considerate ostili alla Germania.
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A Roma come rappresentante della polizia nazista
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Il collegamento di Kappler con l’SD e il suo ruolo nell'intelligence nazista in Italia
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Le attività di Kappler dopo la caduta di Mussolini
A capo dell’Außenkommando Rom 1943-1944
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La costituzione dell’Außenkommando di Roma
Kappler pretese dalla comunità ebraica di Roma la consegna di 50 chilogrammi d’oro entro 36 ore, minacciando, in caso contrario, la deportazione di 200 ostaggi ebrei.
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La deportazione degli ebrei di Roma nell'autunno del 1943
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L’avvio delle azioni persecutorie
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Kappler e la lotta antipartigiana a Roma
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La strage delle Fosse Ardeatine
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Ulteriori misure repressive
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Dopo Roma: nel Nord Italia al finire della guerra

Le dichiarazioni di Kappler sono un esempio eclatante di come molti ex funzionari nazisti adottarono narrazioni giustificazioniste: negarono la responsabilità personale, incolparono gli altri e giustificarono con cinismo le proprie azioni.
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Giustificazioni e cinismo: il punto di vista di Kappler emerge da una conversazione

Dopoguerra
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Processo e condanna in Italia – La sentenza del 1948
In Italia, Kappler era percepito come l’emblema del terrore dell’occupazione. Il suo caso non venne valutato soltanto sul piano giuridico, ma assunse un forte rilievo politico e simbolico: una riduzione della pena sarebbe stata interpretata come un affronto alle vittime e alla memoria della Resistenza.
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La lunga detenzione di Kappler – 29 anni e un mese dietro le sbarre
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I tentativi dalla Germania per ottenere la grazia e la liberazione di Herbert Kappler
Le comunità ebraiche, le organizzazioni partigiane e larga parte dell’opinione pubblica italiana la interpretarono come un insulto alla memoria della Resistenza e come un grave fallimento dello Stato.
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La fuga di Kappler e le sue conseguenze
Fonti
La copiosità delle fonti su Herbert Kappler riflette sia la sua rilevanza come perpetratore nazista in Italia, sia il persistente dibattito politico e pubblico sulla sua figura. Documenti relativi alla sua attività fino al 1945 sono conservati in archivi tedeschi, italiani, britannici, statunitensi e cechi. Le fonti del dopoguerra riguardano prevalentemente il processo, il periodo di detenzione e gli sforzi diplomatici per ottenerne la liberazione.
Per il periodo anteriore al 1945, la Sammlung Berlin Document Center (BDC) del Bundesarchiv Berlin-Lichterfelde conserva i documenti personali di Kappler (R 9361-III/91374 e R 9361-III/534460), che tracciano la sua carriera all’interno della Sicherheitspolizei e dell’SD. Inoltre, nella sezione R 70 Italien si trovano singoli documenti sulla sede distaccata di Roma. Il fondo Uffici di polizia e comandi militari tedeschi in Italia presso l’Archivio Centrale dello Stato (ACS) di Roma contiene alcuni rapporti del III Reparto (SD-Inland). Una raccolta significativa di rapporti dall’Italia nel periodo che precede l’occupazione, che riguardano direttamente l’attività di Kappler nell’Ufficio VI dell’RSHA, è conservata presso il Ministero degli Interni della Repubblica Ceca a Praga.
Rapporti di intelligence e indagini alleate sono conservati negli archivi britannici e statunitensi. I National Archives (TNA) di Londra custodiscono documenti pertinenti nei fondi WO 204/13016 e WO 204/13006. Presso i National Archives and Records Administration (NARA) negli Stati Uniti, all’interno del fondo RG 226 (OSS), si trovano ulteriori informazioni sull’attività del suo comando.
La documentazione giudiziaria relativa alla sus condanna all’ergastolo si trova presso la Procura generale del Tribunale militare di Roma. Le indagini delle autorità giudiziarie tedesche sui crimini di Kappler sono documentate nell’Archivio federale di Ludwigsburg, in particolare nel fondo B 162 e nell’Landesarchiv Nordrhein-Westfalen, Abteilung Westfalen, alla voce “Q 234 / Staatsanwaltschaft Dortmund, Zentralstelle für die Bearbeitung von NS-Massenverbrechen”. Particolarmente significativi risultano gli atti del processo Bosshammer degli anni Sessanta, riguardanti la persecuzione e deportazione degli ebrei in Italia.
Gli archivi tedeschi sono fondamentali anche per il periodo successivo al 1945, in quanto documentano il processo a Kappler, la sua detenzione e gli sforzi politici e diplomatici per ottenerne la grazia. L’Archivio politico del Ministero degli Esteri (PAAA) di Berlino conserva, nei fondi B 26 e B 83, un’ampia documentazione sulla corrispondenza diplomatica, le richieste di grazia e la fuga di Kappler. L’Archivio federale di Coblenza, nei fondi B 106 (Ministero federale dell’Interno) e B 136 (Cancelleria federale), contiene la corrispondenza tra autorità tedesche sulle condizioni di detenzione e sul supporto fornitogli. Ulteriori petizioni di protesta sono documentate nel fondo B 288/10001 e nella rappresentanza permanente della Repubblica Federale di Germania presso la DDR (17915/77). Altri fondi rilevanti comprendono il B 122 (Ufficio presidenziale federale), il B 305 (Ufficio centrale di protezione giuridica) e il B 141 (Ministero federale della Giustizia).
Presso l’Archivio militare federale (BA-MA) di Friburgo, il lascito N 756/410 (Wolfgang Vopersal) contiene documenti sul sostegno ricevuto da Kappler da parte della HIAG.
Felix Bohr fornisce un’analisi accademica dettagliata, con elenco delle fonti archivistiche e delle forme di sostegno della Germania Ovest a Kappler, nel volume Die Kriegsverbrecherlobby. Bundesdeutsche Hilfe für im Ausland inhaftierte NS-Täter, Berlino, Suhrkamp, 2018.
Bibliografia
Felix Bohr, Flucht aus Rom. Das spektakuläre Ende des „Falles Kappler“im August 1977, in: Vierteljahrshefte für Zeitgeschichte 60 (2012), pp. 111-141.
Felix Bohr, Die Kriegsverbrecher Lobby. Bundesdeutsche Hilfe für im Ausland inhaftierte NS-Täter, Berlino, Suhrkamp, 2018.
Richard Breitman, Dannecker und Kappler in Rom. Neue Quellen zur Oktober-Deportation 1943, in: Jürgen Matthäus, Klaus-Michael Mallmann (cur), Deutsche – Juden – Völkermord. Der Holocaust in Geschichte und Gegenwart, Darmstadt, WBG, 2006, pp. 191-203.
Joachim Staron, Fosse Ardeatine e Marzabotto. Storia e memoria di due stragi tedesche, Bologna, Il Mulino, 2007.
Traduzione
Tradotto dal tedesco da Giulia Gostoli
© Progetto "Le stragi nell’Italia occupata (1943-1945) nella memoria dei loro autori".
2025