In Europa abbiamo le cattedrali più antiche, le più vecchie e celebri università, le più grandi biblioteche, ed è qui che si riceve l’educazione migliore, sembra che vengano in Europa da tutti gli angoli del mondo per istruirsi. Ma alla fine, quel che ti insegna tutta questa famosa educazione europea è come trovare il coraggio e delle buone ragioni, valide e convenienti, per ammazzare un uomo che non ti ha fatto nulla e che se ne sta seduto sul ghiaccio con i pattini e a testa china, aspettando la fine.
Un laboratorio educativo/performativo a cura di archiviozeta
Educazione Europea è un progetto di laboratorio educativo/performativo rivolto a studenti (a partire dalla prima superiore) e adulti. Non è una lezione o conferenza-spettacolo ma un esperimento di teatro e di educazione alla memoria attiva che si svolge in qualsiasi luogo che possa contenere fino ad un massimo di 45 sedie messe in cerchio.
Educazione Europea parte da un’accurata selezione di testi di o sulla memoria europea: Romain Gary, Nora Krug, Géraldine Schwarz, Uwe Timm, W.G. Sebald, Primo Levi, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann, Hannah Arendt.
Questa drammaturgia fa emergere dubbi, domande, curiosità e aiuta a far cadere stereotipi e luoghi comuni attraverso un metodo comunicativo fondato sulla responsabilità e sull’attenzione nell’uso della parola e dell’immagine.
Teatro/laboratorio interattivo
I partecipanti sono coinvolti in prima persona in un teatro/laboratorio interattivo che crea spazi di discussione ed elaborazione. Il processo è facilitato dall’utilizzo di oggetti, foto e audio e giochi di educazione non formale. Affinché la memoria non diventi terreno di shock emotivi fine a se stesso o, peggio, mera nozione istituzionale.
Memoria per il presente
Educazione Europea è un laboratorio che utilizza la memoria come strumento educativo per il presente, campo morale da cui emergono i contrasti, le contraddizioni, le paure, i sintomi dell’essere umano nel tempo e nello spazio che lo riguardano.
Spazio per la narrazione
Lo spazio della narrazione cambia di volta in volta (può essere una scuola, una biblioteca, uno spazio pubblico, un luogo della memoria, una scenografia di senso). Nel cerchio all’interno del quale spettatori e spettatrici (ragazzi/e, adulti, persone di ogni età) vedono dipanarsi attraverso oggetti, foto, carte, lettere, diari, mappe, brani di discorsi pubblici e di testimonianze, si dispiegherà il mondo e l’umanità negli anni della seconda guerra mondiale. Si andrà formando una sorta di pannello della memoria che faciliterà i passaggi e le assonanze.
Ci concentreremo su alcune storie esemplari di Täter e di Mitläufer, cercando di superare la vuota e spesso dannosa retorica del "male assoluto" oppure del "mai più", tutti stereotipi e semplificazioni di un dibattito che tende ad estremizzare i termini per deresponsabilizzare.
Ci domanderemo: Come è stato possibile nella civile Europa? Come siamo stati educati? Quali le cause e le conseguenze filosofiche, morali, politiche, sociali, educative? E soprattutto: Perché ancora? Come educhiamo? Che cos’è l’Europa?
Il nostro luogo di esplorazione e di riferimento principale sarà il Cimitero Militare Germanico del passo della Futa. In questo luogo sono raccolte le spoglie di più di 30.000 soldati tedeschi caduti durante la Seconda guerra mondiale, prevalentemente durante i combattimenti avvenuti sulla Linea Gotica: sepolti provvisoriamente in migliaia di luoghi attorno alle zone di battaglia, dopo il 1957, grazie alla ratifica di un accordo siglato tra Italia e Germania, furono traslati in alcuni cimiteri appositamente costruiti e curati dal Volksbund Deutsche Kriegsgräberfürsorge (VDK), un ente preposto alla cura delle tombe di guerra fondato nel 1919, all’indomani della conclusione della Grande guerra.
Il laboratorio ha una durata variabile a seconda dei luoghi, delle risposte e delle necessità di circa due ore.
Per informazioni, scriveteci a info@archiviozeta.eu
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