Deposizione di una testimone durante il processo presso il Tribunale di La Spezia, 2006 © Germano Maccioni

Il processo di La Spezia

La prima udienza del processo del Tribunale militare di La Spezia a carico di 17 ex ufficiali, sottufficiali e soldati di truppa della 16. SS-Panzer-Grenadier-Division “Reichsführer-SS” si svolge l’8 febbraio 2006, a quasi 62 anni dai fatti.

Nello stesso giorno viene reso pubblico l’esito della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle cause dell'occultamento di fascicoli relativi a crimini nazifascisti, ritrovati nel 1994 nel cosiddetto “armadio della vergogna”. La relazione finale vede la commissione divisa: prevale la visione della causa nella negligenza dei magistrati militari, ma viene redatto anche un documento di minoranza in cui si sottolineano possibili cause politiche da ritrovare nel contesto del dopoguerra e della Guerra fredda.

La svolta del 2002

Era stato proprio a partire da quei fascicoli che nel 2002 la Procura militare di La Spezia aveva ripreso le indagini sugli eccidi di Monte Sole, sull’onda di una rinnovata attenzione nell’ambito pubblico e politico, sia in Italia che in Germania. L’11 aprile 2002, mentre era in preparazione la visita congiunta dei due presidenti della Repubblica – Johannes Rau e Carlo Azeglio Ciampi – andò in onda in prima serata la trasmissione Kontraste: i giornalisti investigativi Udo Gümpel e René Althammer avevano intervistato alcune ex SS che la magistratura militare italiana aveva cercato, senza successo, di identificare, mentre la giustizia tedesca non li aveva mai cercati. 

In questo clima, il 17 aprile Rau è il primo presidente della Repubblica federale di Germania a recarsi in visita al Sacrario di Marzabotto e anche ai principali luoghi della strage di Monte Sole: tra le rovine della chiesa di San Martino, di fronte ai familiari delle vittime e ad alcuni sopravvissuti, egli espresse “profondo senso di dolore e vergogna”. 

Il clamore suscitato dai due eventi – la visita del presidente Rau e la scoperta dell’esistenza in vita in Germania di ex SS coinvolte nella strage e mai oggetto di indagini – accelerò gli sforzi della magistratura in Italia e in Germania. Il 19 aprile lo storico Carlo Gentile, che tramite gli archivi tedeschi aveva già identificato alcune SS e collaborato alle ricerche di Althammer e Gümpel, ricevette dalla Procura militare di La Spezia un incarico di consulenza per il procedimento appena avviato. Nello stesso periodo, Marco De Paolis assunse l'incarico di procuratore militare della Repubblica presso il Tribunale militare di La Spezia, raccogliendo intorno a sé un’efficiente squadra bilingue di funzionari di polizia giudiziaria, carabinieri e finanzieri, guidata dall’allora colonnello Roberto D’Elia. 

Le indagini della Procura militare

Sotto la guida del procuratore militare Marco De Paolis e del gruppo di polizia giudiziaria del colonnello D’Elia, le indagini della Procura di La Spezia sulle stragi di Monte Sole procedettero più speditamente. Tuttavia le difficoltà da superare erano molte e numerose le ex SS da interrogare in Germania e in Austria. Nel 2004 le prime indagini nei confronti di due SS, Franz Stockinger e Alfred Piepenschneider, furono avocate dalla Procura della Spezia per scadenza dei termini e assunte in carico dalla Procura militare generale di Roma. Inoltre, nel 2005 un disegno di legge sulla prescrizione minacciò il proseguimento delle indagini per i crimini nazisti. La prima udienza indetta per il 5 luglio 2005 fu rimandata per dare modo di riunire i vari procedimenti in corso. 

L’inizio del processo

L’8 febbraio 2006 si apre il processo contro 17 imputati: Paul Albers, Josef Baumann, Hermann Becker, Hubert Bichler, Günther Finster, Ernst Gude, Wilhelm Kusterer, Albert Piepenschneider, Max Roithmeier, Adolf Schneider, Max Schneider, Kurt Spieler, Franz Stockinger, Otto Erhart Tiegel, Heinz Fritz Träger, Georg Wache e Helmut Wulf. Nessuno di loro è presente in aula, dove sono rappresentati dai loro legali.

Si costituiscono parti civili l'avvocatura distrettuale dello Stato, 99 parenti delle vittime assistiti dagli avvocati Marico Bonetti e Andrea Speranzoni, mentre l’avvocato Giuseppe Giampaolo rappresenta Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Bologna, dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno. Durante quella prima udienza, in aula sono presenti il sindaco di Marzabotto, Edoardo Masetti, e il sindaco di Stazzema.

Per accomodare il pubblico, e in particolare numerosi familiari delle vittime, i giornalisti, le parti civili e i difensori degli imputati, è stato necessario utilizzare una sala cinematografica per le 23 udienze dibattimentali, che proseguono nell’estate.

Le immagini

L’intero percorso dibattimentale viene seguito dal regista bolognese Germano Maccioni, fin dal primo incontro nel Municipio di Marzabotto tra i familiari delle vittime, alcuni sopravvissuti e gli avvocati Bonetti e Speranzoni, che illustrano loro le motivazioni del processo e l’opportunità di recarsi a testimoniare a La Spezia.

I materiali sono confluiti nel film “Lo stato di eccezione. Processo per Monte Sole 62 anni dopo” (Italia, 2007).

Nel corso delle udienze gli eventi del 29 settembre - 5 ottobre 1944 sono ripercorsi dai testimoni, sopravvissuti alle violenze.
Cornelia Paselli, Lucia Sabbioni, Elide Ruggeri e Albertina Laffi raccontano l’eccidio di Casaglia del 29 settembre, rispondendo alle domande del procuratore militare Marco De Paolis.

Francesco Pirini, Fernando Piretti e Paola Rossi, sopravvissuti all’eccidio di Cerpiano, ripercorrono nelle loro testimonianze gli eventi del 29 settembre 1944 e dei giorni successivi, quando Cerpiano divenne sede del comando delle truppe tedesche della zona.

Per alcuni dei sopravvissuti, quella resa in Tribunale a La Spezia in forma di testimonianza giurata è la prima occasione per raccontare il pubblico la loro esperienza. La cornice “giudiziaria” fatica a contenere la dimensione emozionale di una vicenda traumatica che ha segnato l’esistenza di queste persone.
In queste immagini, Gianfranco Lorenzini e poi Luigi, Cesare e Gian Luca Luccarini, figli di Antonio, ripercorrono gli eventi del 30 settembre 1944.

Se i sopravvissuti e i familiari sono assistiti dagli avvocati di parte civile, gli imputati sono assenti, ovvero in contumacia, e sono rappresentati in aula dai loro legali. Nicola Canestrini, difensore di una delle ex SS (Wilhelm Kusterer) e Andrea Speranzoni, tutore delle vittime, descrivono il proprio ruolo.

Un’altra presenza rilevante nel processo è quella dei periti tecnici che, in questo peculiare caso di processo avvenuto a così grande distanza di tempo dai fatti, sono degli esperti della seconda guerra mondiale e dell’occupazione tedesca dell’Italia. Paolo Pezzino, docente di storia contemporanea e studioso della "guerra ai civili", Alessandro Politi, esperto di storia militare, e Carlo Gentile, autore di numerose ricerche sulla presenza militare tedesca in Italia, rispondono alla corte fornendo elementi per ricostruire sia l’azione militare dell’autunno 1944 che l’«archiviazione provvisoria» dei fascicoli d’indagine disposta nel 1960 dalla Procura militare di Roma.

La sentenza

Il 10 gennaio 2007, al termine delle 23 udienze dibattimentali, il pubblico ministero Marco De Paolis chiede 15 condanne all’ergastolo, mentre i rappresentanti delle parti civili, avvocati Giuseppe Giampaolo, Manrico Bonetti e Andrea Speranzoni, 100 milioni di euro di risarcimenti. Il 13 gennaio 2007 la corte presieduta dal giudice Vincenzo Santoro emette 10 condanne all’ergastolo in contumacia – con tre anni di isolamento diurno – per Paul Albers, 88 anni, aiutante maggiore di Walter Reder, Josef Bauman, 82 anni, comandante di plotone, Hubert Bichler, 87 anni, maresciallo delle SS, Max Roitmeier, 85 anni, Max Schneider, 81 anni, Heinz Fritz Traeger, 84, Georg Wache, 86, Helmut Wulf, 84, Adolf Schneider, 87 anni, Kurt Spieler, 81 anni. Sono invece assolti 7 imputati: il caporale Franz Stockinger, 81 anni, il caporalmaggiore Gunther Finster, 82, i caporali Albert Piepenschneider, 83, ed Ernst Gude, 80, il sergente SS Hermann Becker, 87 anni, il caporalmaggiore Otto Erhart Tiegel, 81 anni e il sergente Wilhelm Kusterer, 84.

Tuttavia, nessuna delle persone condannate è mai stata estradata o ha scontato in carcere la pena, né i sopravvissuti e i familiari delle vittime sono stati risarciti.

Bibliografia


Marco De Paolis, Paolo Pezzino, Monte Sole Marzabotto. Il processo, la storia, i documenti, Roma, Viella, 2023

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