Le stragi nell’Italia occupata nella memoria dei loro autori
L'occupazione tedesca dell'Italia costò la vita a circa 70.000 italiani. Più di 10.000 erano civili, uccisi in stragi ed esecuzioni di massa. La Germania ha la responsabilità di ricordare queste vittime di fronte alle comunità e alle famiglie colpite da questi terribili eventi.
Dopo la guerra, per diversi decenni è stato quasi impossibile per i sopravvissuti e i familiari delle vittime ottenere dalla Germania informazioni affidabili su coloro che avevano compiuto e ordinato queste stragi. La mancanza di individuazione degli autori delle stragi ha portato, in Italia, a interpretazioni errate e distorsioni, mentre in Germania la generazione dei partecipanti alla guerra ha continuato a credere nel mito della guerra "pulita" condotta dalla Wehrmacht.
La "memoria divisa", come nel contesto italiano viene spesso definita quella relativa alle stragi naziste, deriva anche dall'assenza di chiari riferimenti ai responsabili tedeschi nel discorso pubblico. I sopravvissuti e i familiari delle vittime non avevano informazioni concrete su di loro, non conoscevano né i nomi né le denominazioni delle unità. Pertanto, il loro dolore si è sfogato nel risentimento contro altri italiani, ai quali sono state attribuite responsabilità e colpe per provocazioni o mancati aiuti.
Questo progetto nasce dalla raccolta di voci, immagini e testimonianze dei soldati tedeschi in Italia e in particolare dei Täter [perpetratori, autori] di quelle stragi. Diari e lettere di guerra, ma anche deposizioni processuali, interviste e inchieste giornalistiche, effettuate dall’immediato dopoguerra fino agli anni Duemila, sono usate come fonti per indagare le mentalità e approfondire i meccanismi della violenza.
La nostra ricerca vuole contribuire allo sviluppo di una nuova cultura della memoria tra Italia e Germania, per poter ampliare le prospettive scientifiche ed educative.
Questo progetto è finanziato dal Ministero degli Esteri della Repubblica Federale di Germania nell'ambito del Fondo per il futuro italo-tedesco.
Chi sono i Täter, gli autori di questi crimini?
Da alcuni anni in Germania la Täterforschung [ricerca sugli autori dei reati] indaga la formazione di queste persone, la loro adesione al regime nazista, il loro operato durante e dopo la guerra.
Nelle biografie dei Täter delle stragi in Italia che proponiamo in questo sito web abbiamo cercato di delineare i contesti sociali ed educativi da cui provenivano, le loro scelte ed esperienze, i modelli di legittimazione delle loro azioni e anche le mentalità e le disposizioni psicologiche.
La guerra ai civili
Durante l’occupazione tedesca migliaia di donne, bambini, anziani e i pochi uomini rimasti a casa, tra cui molti sacerdoti, furono sistematicamente massacrati, per lo più in piccole frazioni inerpicate nell’Appennino. Luoghi che si pensavano lontani dalla guerra, dove anche tanti sfollati dalle città avevano trovato rifugio.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre questi crinali diventarono invece sempre più esposti ai combattimenti. Gli Alleati che avanzavano da Sud incontrarono qui un'ostinata resistenza da parte delle truppe tedesche. Formazioni partigiane di vario orientamento politico erano attive nelle retrovie del fronte. I tedeschi reagirono ai loro sabotaggi e attacchi con pesanti rappresaglie, oppure operazioni di “pulizia del territorio”, spesso dirette contro la popolazione civile.
Abbiamo scelto alcuni casi studio, selezionati sulla base della loro importanza e per mettere in luce la responsabilità di formazioni diverse: divisioni SS, ma anche unità della Wehrmacht e dell’SD.
Temi
È necessario approfondire alcune tematiche del periodo della guerra e degli anni successivi, per mettere in relazione eventi e conseguenze tra Italia e Germania.
Fonti
Nel quadro del progetto abbiamo lavorato su fonti provenienti da oltre 40 archivi in Germania, Italia, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Austria, Francia e Russia, raccogliendo scritti personali dei soldati, documenti militari e legali del periodo bellico e postbellico, filmati e fotografie.
Abbiamo avuto accesso alla documentazione della magistratura italiana e tedesca, alle inchieste e ai processi dei tribunali alleati. Di particolare importanza sono i circa 200 Ego-Dokumente (ovvero documenti “in prima persona”) inediti e decine di memorie di ex ufficiali e soldati pubblicate nel corso dei decenni dalla fine della guerra.
Mostre fotografiche
A partire dagli archivi fotografici consultati per la ricerca sui perpetratori, proponiamo alcune mostre online per approfondire il contesto in cui sono avvenute le stragi di civili