* 3 gennaio 1909 –
Warnau an der Havel (Sachsen-Anhalt)
† 4 febbraio 2006 –
Amburgo
Dopo gli studi di educazione fisica, lettere e filosofia con indirizzo storico, nel 1934 consegue il dottorato in Storia. Entra nell'Unione degli studenti nazisti [NS-Studentenbund] a Innsbruck e nel 1932 nel partito nazista; fino al luglio 1934 Engel milita anche delle SA (le Sturmabteilungen). Nel 1934 entra nei servizi del Sicherheitsdienst (SD), facendo rapidamente carriera, prima ad Hannover e poi ad Amburgo. In parallelo si abilita per l’insegnamento nelle scuole superiori. Con lo scoppio della guerra, Engel è prima in Norvegia con l’SD, poi a Berlino, dove viene nominato capo del dipartimento di Weltanschauliche Erziehung ("Educazione alla visione del mondo") del RSHA, carica che ricoprì fino al 1943, formando i quadri della Sicherheitspolizei e dell’SD destinati all’impiego all’Est negli Einsatzgruppen. Nel gennaio 1944 assume il comando della Sicherheitspolizei e del SD a Genova, operando nella deportazione degli ebrei e contro la Resistenza con servizi di spionaggio, arresti, torture presso la Casa dello Studente, rastrellamenti e stragi, in particolare quella del Passo del Turchino, della Benedicta, di Portofino e di Crevasco. Internato nel 1945, riesce a fuggire nel giugno 1946, stabilendosi ad Amburgo e vivendo sotto falsa identità fino al 1954. Fino al 1945 usò il nome Siegfried, nel dopoguerra Friedrich. Solo a partire dagli anni Novanta, sia in Germania che in Italia, viene processato per i crimini commessi a Genova sotto al suo comando.
Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD Genua
Periodo di attività
1936 – 1945
Grado
SS-Obersturmbannführer
Campagne nella seconda guerra mondiale
Norvegia 1940
Occupazione dell’Italia 1944-1945
Massacri confermati
Benedicta (Alessandria), 6-11 aprile 1944 Passo del Turchino (Genova), 19 maggio 1944 Portofino (Genova), 2 o 3 dicembre 1944 Cravasco (Genova), 23 marzo 1945
Dopoguerra
Vive ad Amburgo come procuratore di una ditta di importazioni. Più volte indiziato negli anni 60, 70 e 80 per crimini di guerra commessi in Italia, ma i procedimenti contro di lui vengono archiviati. Processo a Torino nel 1999, condanna all’ergastolo. Processo ad Amburgo nel 2002, condanna a 7 anni respinta in appello.
Formazione ed esperienza in guerra
I primi anni e gli studi
FriedrichWilhelm Konrad Siegfried Engel nacque a Warnau sulla Havel, in Sassonia-Anhalt, il 3 gennaio 1909. Terzo figlio di un insegnante, dopo la maturità e un apprendistato come commerciante, intraprese gli studi di educazione fisica, lettere e filosofia con indirizzo storico presso le università di Kiel e Innsbruck. Nel 1934 conseguì il dottorato (Dr.phil.), con una dissertazione dal titolo "L’Austria-Ungheria e la Russia. 1870-1890" (irreperibile nelle biblioteche). Fino al 1945 usò il nome Siegfried, nel dopoguerra Friedrich.
Formazione politica e adesione al nazismo
Nel 1931 entrò nell'Unione degli studenti nazisti [NS-Studentenbund] e il 1° ottobre 1932 nel partito nazista [NSDAP] (tessera n. 1.305.576). Fino al luglio 1934 Engel fece parte anche delle SA (le Sturmabteilungen, la milizia politica del partito). In questo periodo studiava a Innsbruck in Austria, dove fu politicamente attivo anche dopo la proibizione e lo scioglimento delle organizzazioni nazionalsocialiste. Nel 1934 si trasferì da Innsbruck a Kiel, dove entrò nei servizi del Sicherheitsdienst (SD), divenendone prima vicedirettore della sottosezione di Kiel, poi assumendone nel 1936 la carica di consigliere a tempo pieno della sezione superiore [SD-Oberabschnitt] di Hannover. In questo periodo fu nominato in via provvisoria dirigente della sezione Nord dell'Unione Studentesca del Reich [Reichsstudentenbund]. Allo stesso tempo, fu rappresentante di zona Nord-Ovest del SD e responsabile della formazione presso l'ispettore della Sicherheitspolizei [IdS] di Amburgo. Nonostante ripetute interruzioni degli studi dovute alla sua attività politica, nel 1939 Engel superò l'esame di Stato per l’insegnamento nelle scuole superiori ad Amburgo. In questo periodo era membro del SD Amburgo con il grado di SS-Obersturmführer.
Come intellettuale nazista e responsabile per l’indottrinamento nell’ambito del RSHA, Engel ebbe grande influenza sulla formazione dei quadri della Sicherheitspolizei e dell’SD destinati all’impiego all’Est negli Einsatzgruppen.
In guerra come formatore politico
Nell'aprile del 1940 Engel fu inviato in missione in Norvegia con una task force della polizia di sicurezza e dell'SD, per tornare alcuni mesi dopo a Amburgo. Nel marzo 1941, Siegfried Engel sostenne in questa città l'esame di pedagogia per l’abilitazione all'insegnamento nelle scuole superiori (Gymnasium).
Secondo il giudizio dei suoi superiori nel SD, Engel era di carattere schietto, la sua volontà era forte e aveva capacità di imporsi; dal punto di vista dell’ideologia era saldo, un nazionalsocialista convinto e il suo comportamento in pubblico ineccepibile e corretto. Sempre nel 1941, Engel fu trasferito a Berlino e nominato capo del dipartimento I B 1 Weltanschauliche Erziehung ("Educazione alla visione del mondo") del RSHA, carica che ricoprì fino al 1943. Durante questo periodo insegnò regolarmente Storia alla SD-Führerschule di Bernau, e alla Führerschule della Sicherheitspolizei di Charlottenburg, entrambi presso Berlino.
Secondo lo storico Christian Ingrao, come intellettuale nazista e responsabile per l’indottrinamento nell’ambito del RSHA Engel ebbe grande influenza sulla formazione dei quadri della Sicherheitspolizei e dell’SD destinati all’impiego all’Est negli Einsatzgruppen, fornendo loro gli strumenti ideologici per mettere in pratica le teorie sul trattamento dei territori occupati e dei loro abitanti. La sua visione della storia tedesca dell'epoca moderna era pervasa dall’idea di una lunga lotta per l’unità dei tedeschi tra il mondo germanico e l’universalismo romanico identificato con la monarchia asburgica. Una successione di tre "guerre dei trent’anni" (1618-1648, 1789-1815 e dal 1914) avrebbe portato al superamento degli effetti negativi della pace di Vestfalia (1648) e all’unificazione dei popoli germanici. Come disse parlando all’inizio del 1942 a una classe di allievi ufficiali del SD appena rientrati da una missione all’Est, in questa terza fase della lotta iniziata nel 1914 "questa volta – e questo lo sappiamo tutti – non ci sarà spazio per decisioni a metà" [diesmal – das wissen wir alle – wird es keine halben Entscheidungen geben].
In Italia: al comando della Sicherheitspolizei e del SD a Genova
Engel assunse la guida del Außenkommando der Sicherheitspolizei und des SD a Genova nel gennaio 1944. Costituito a Genova l’8 ottobre 1943, dipendeva dal Comando del Gruppe Oberitalien-West del colonnello SS Walter Rauff. Prima dell’assegnazione di Engel era stato in precedenza guidato per un breve periodo da un sottotenente SS, Paul Neunteufel, che non rimase a lungo, a cui aveva fatto seguito un sottotenente del SD esperto soprattutto di spionaggio e controspionaggio, Guido Zimmer. Nei primi mesi non era classificato come Außenkommando, ma come semplice distaccamento [Außenstelle]. La sua sede era la Casa dello Studente di corso Giulio Cesare, oggi corso Aldo Gastaldi.
Il periodo in cui Engel prese il comando, intorno al 20 gennaio 1944, era caratterizzato da forti tensioni. Il capoluogo ligure era uno dei principali centri dell’ondata di scioperi dei lavoratori dell’industria iniziata a dicembre 1943. Repressione degli scioperi e dell’attività partigiana furono i principali campi di attività del comando di Engel, in collaborazione con i comandi delle forze armate. Engel creò un servizio di spionaggio contro i partigiani e organizzò gruppi d’azione da impiegare contro le formazioni della Resistenza. I suoi uomini presero parte al Rastrellamento del Monte Tobbio e della Benedicta nell’aprile 1944 e in molte altre operazioni di rastrellamento successive.
Con la comparsa sempre più numerosa delle formazioni partigiane nel Genovese e successivamente anche nelle altre province liguri, la partecipazione della Sicherheitspolizei non fu limitata soltanto all’invio di piccoli nuclei di accompagnamento alle truppe della Wehrmacht, ma fu estesa anche all’impiego di reparti autonomi e delle cosiddette "controbande", gruppi di SS e fascisti che, travestiti da partigiani, raccoglievano informazioni direttamente nel territorio occupato dalle formazioni della Resistenza o attaccavano gruppi di partigiani isolati e comandi. Nella tarda estate 1944 Engel condusse negoziati con le formazioni Giustizia e Libertà dell’Appennino che portarono a un lunga tregua tra truppe tedesche e formazioni partigiane non comuniste.
Il comando di Engel fu coinvolto in numerose rappresaglie e uccisioni isolate di partigiani e antifascisti in numerose località della Liguria occupata. Le più note sono la strage del Turchino, e quelle avvenute alla Cappella della Benedicta sul Monte Tobbio, a Portofino e a Cravasco.
Coinvolgimento nelle stragi di civili
Torture e rappresaglie sotto il comando di Engel
Il comando di Engel fu coinvolto in numerose rappresaglie e uccisioni isolate di partigiani e antifascisti in numerose località della Liguria occupata. Le più note sono la strage del Turchino, per la quale è stato condannato in Italia nel 1999 e in Germania nel 2002, quella avvenuta alla Cappella della Benedicta sul Monte Tobbio, a Portofino e a Cravasco per le quali ebbe condanne in Italia.
Nel IV braccio del carcere di Marassi venivano rinchiusi i prigionieri politici e i partigiani catturati e tenuti a disposizione dell’Außenkommando: da qui Engel faceva prelevare le persone da uccidere nelle rappresaglie. Inoltre, sotto il comando di Engel la Casa dello Studente fu luogo di efferate torture.
Arresto e deportazione di ebrei, operai in sciopero e lavoratori coatti
L’attività del comando di Engel comprendeva anche l’arresto e le deportazioni di ebrei e lavoratori coatti. La principale retata di ebrei avvenne molto prima del suo arrivo, ma nella primavera e nell’estate 1944 i suoi uomini e i loro collaboratori locali continuarono a effettuare arresti e inviare i prigionieri a Fossoli da dove venivano deportati a Auschwitz.
Anche l’operazione Läuseharke ("pettine da pidocchi"), ovvero l’arresto e la deportazione in Germania per rappresaglia di 1448 operai genovesi in sciopero, decisa di concerto dalle principali autorità di occupazione, vide la partecipazione di drappelli della Sicherheitspolizei che entrarono nelle fabbriche e arrestarono gli operai.
Casa dello Studente, Genova, anni Trenta
Nel dopoguerra
Arresto, fuga, clandestinità e amnistia
Engel lasciò Genova con i suoi uomini la sera del 23 aprile 1945, dopo aver fatto bruciare nel cortile della Casa dello Studente l’intera documentazione e gli schedari del suo comando. Giunse a Milano dove prese alloggio all'Hotel Regina, sede del comando della Sicherheitspolizei e dell’SD. Filmati del disarmo di questa organizzazione, girati il giorno della Liberazione, lo mostrano in uniforme insieme al colonnello SS Walter Rauff mentre vengono discussi con alcuni ufficiali americani i dettagli della resa.
Engel fu internato nell’US Army Interrogation Center di Oberursel (Assia), insieme a numerosi alti ufficiali nazisti, a disposizione dell’OSS (Office of Strategic Services) dal quale riuscì a fuggire nel giugno 1946. Sotto il nome Friedrich Schottenberg, Engel trovò lavoro, prima come taglialegna nella zona di occupazione sovietica, poi come bagnino nella località di cura Braunlage, nel Harz, nella zona britannica. Trasferitosi ad Amburgo nell’inverno 1948-49, fu assunto in una ditta di importazione di legnami pregiati, la R. Ulrich & Co., presso la quale divenne procuratore e responsabile degli acquisti in Canada e in Olanda. Nel gennaio 1954, dopo un’amnistia, riassunse il proprio vero nome. Visse nel quartiere residenziale di Lokstedt con la moglie, che aveva sposato nel 1940. Friedrich Engel non ha avuto figli. Nel 1974 andò in pensione.
Indagini e processi in Germania
Diversi furono i procedimenti in cui Engel venne coinvolto, come imputato o come teste. Tuttavia, fino alla metà degli anni Novanta, nessuno di questi arrivò a sentenza.
In Germania, per il suo servizio nel SD, Engel fu indagato nel 1961 nel quadro di un procedimento per la persecuzione dell’avvocato ebreo Selmar Reitzenstein a Genova tra il dicembre 1943 e il gennaio 1944, ma la sua posizione venne archiviata perché Engel non era ancora in servizio a Genova all’epoca dei fatti.
Nel 1964 fu coinvolto nelle indagini sulla deportazione degli ebrei dall’Italia (Procedimento Bosshammer), il procedimento fu archiviato nel 1971. Nel 1969 fu aperto nei suoi confronti, su denuncia del fratello del suo datore di lavoro, un nuovo procedimento, questa volta per fucilazioni non specificate avvenute a Genova durante l’occupazione, ma fu archiviato per mancanza di prove.
In altri procedimenti fu sentito come testimone: ad esempio quello mai portato a termine a Berlino contro i quadri del RSHA; poi in un procedimento per uccisioni di civili avvenute tra Liguria e Piemonte nell’estate 1944. Un’indagine della Procura di Stoccarda del 1989, nella quale il suo nome appariva insieme a quello di altre 88 persone sospettate di crimini in Italia, fu archiviata nel 1993 perché considerate esaurite le possibilità di identificare i sospetti e i crimini loro attribuiti.
Il processo della Procura militare di Torino negli anni Novanta
In Italia, il suo nome emerse dai fascicoli della Procura militare generale di Roma a metà degli anni Novanta. Il procedimento condotto dal Procuratore militare di Torino Pier Paolo Rivello si concluse con il processo e la condanna di Engel all’ergastolo in contumacia (sentenza 15 novembre 1999). Nel marzo del 2000 la Procura di Amburgo richiedette dal Tribunale militare di Torino gli atti processuali, ma l’arrivo della documentazione fu molto lento.
Il generale disinteresse in Germania per i procedimenti in corso in Italia fu interrotto la sera di giovedì 12 aprile 2001, quando in prima serata andò in onda sul primo programma televisivo nazionale la trasmissione d’inchiesta Kontraste. I giornalisti René Althammer e Udo Gümpel avevano ricostruito la strage del passo del Turchino.
Il generale disinteresse in Germania per i procedimenti in corso in Italia fu interrotto la sera di giovedì 12 aprile 2001, quando in prima serata andò in onda sul primo programma televisivo nazionale la trasmissione d’inchiesta Kontraste. I giornalisti René Althammer e Udo Gümpel avevano ricostruito la strage del passo del Turchino e anche mostrato come Friedrich Engel, nonostante la condanna all’ergastolo subita in Italia, vivesse indisturbato a Amburgo.
Le reazioni politiche internazionali furono molto forti. Le autorità italiane iniziarono a intervenire tramite i canali politici sul governo Schroeder per avere spiegazioni. In questo clima di forti pressioni iniziarono nell’estate presso la Procura di Amburgo le indagini condotte dal procuratore capo Jochen Kuhlmann e del commissario Fred Bauer del Landeskriminalamt, i quali si avvalsero delle ricerche dello storico Carlo Gentile.
Il processo di Amburgo del 2002
Il procedimento di Amburgo si concentrò sulla strage del passo del Turchino e tralasciò gli altri capi di accusa per i quali Engel era stato condannato a Torino, perché considerati ormai prescritti secondo il diritto tedesco e non più perseguibili (a causa della distinzione Mord/Totschlag). Il processo tedesco si aprì nel maggio 2002 di fronte al Landgericht della città anseatica e si concluse nel luglio dello stesso anno con la condanna di Engel a sette anni per l’omicidio di 59 persone. La rappresaglia fu considerata di per sé non punibile, perché coperta dal diritto consuetudinario di guerra. Il crimine fu ravvisato nell’esecuzione particolarmente efferata e nelle sofferenze inflitte alle vittime. La corte tenne conto, come attenuante, del lungo ritardo della giustizia in Italia e in Germania.
Altri crimini, invece, che rientravano a tutti gli effetti nell’ambito di competenza di Engel a Genova, come le deportazioni di numerosi ebrei e di centinaia di prigionieri politici dalla Liguria, non furono oggetto di alcun procedimento penale né in Italia né in Germania. In questo modo fu perduta l’ultima possibilità di perseguire giuridicamente la deportazione degli ebrei italiani.
Nel giugno 2004 il Tribunale federale di appello [Bundesgerichtshof] respinse la sentenza per motivi formali. Pur riconoscendo come indubbia l’oggettiva efferatezza del crimine per il quale era stato condannato Engel, il Tribunale federale sosteneva che la corte amburghese non aveva provato con la necessaria certezza la volontà soggettiva dell’imputato di compiere l’esecuzione usando pratiche efferate e aveva mancato di indicare di quali alternative più umane egli avrebbe potuto disporre nel maggio 1944. Allo stesso tempo, la 5a sezione penale [Strafsenat] di Lipsia decretò la sospensione del procedimento a causa dell'età ormai avanzata di Engel e del lungo periodo di tempo trascorso da quando il reato era stato compiuto prima che la giustizia tedesca o italiana avessero avviato il procedimento penale nei suoi confronti. La sentenza di appello prospettava l’eventualità di eseguire la sentenza italiana nel quadro del mandato di arresto europeo, allora in discussione in Germania.
Raggiunto dai giornalisti del settimanale Der Spiegel subito dopo la sentenza di revisione, Engel, ormai gravemente malato, commentò: "Sarebbe stato meglio se avessi mostrato più coraggio morale". Il ricordo della "morte senza un lamento" degli italiani al passo del Turchino lo avrebbe tormentato per decenni nel sonno. Ammise una "corresponsabilità" per la strage, ma senza sentirsi "come un assassino" (Der Spiegel, n. 27/2004, 28 giugno 2004).
Friedrich Engel morì ad Amburgo il 4 febbraio 2006.
Sarebbe stato meglio se avessi mostrato più coraggio morale.
Fonti
I fascicoli personali da ufficiale SS sono conservati al Bundesarchiv a Berlino (R 9361-II/210036, R 9361-III/39025 e R 9361-III/523093). Per i dati sul dopoguerra vedi le sentenze del processo celebrato ad Amburgo e quella sul ricorso del BGH. Alcuni dati personali sulla sua vita nel dopoguerra possono essere reperiti tramite internet.
Bibliografia
Christian Ingrao, Credere, distruggere. Gli intellettuali delle SS, Torino, Einaudi, 2012.
Ingo von Münch, Geschichte vor Gericht. Der Fall Engel, Amburgo, Ellert und Richter, 2004.
Pier Paolo Rivello, Il processo Engel, Recco, Le Mani, 2005.
Pier Paolo Rivello, Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti? L’eccidio della Benedicta e la strage del Turchino tra Storia e Diritto, Torino, Giappichelli editore, 2002.
Michael Wildt, Generation des Unbedingten. Das Führungskorps des Reichssicherheitshauptamtes, Hamburg, Hamburger Edition, 2002 (trad. inglese: An Uncompromising Generation. The Nazi Leadership of the Reich Security Main Office, Madison, University of Wisconsin Press, 2009).
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