Disertori e stragi naziste

Talvolta furono i disertori a far conoscere alle truppe alleate le stragi delle quali alcuni di loro erano stati testimoni o addirittura vi avevano preso parte in prima persona. Il valore delle loro testimonianze per le indagini nel dopoguerra non può tuttavia essere sopravvalutato. 

Le loro testimonianze, spesso molto dettagliate, furono decisive per identificare e assicurare alla giustizia molti perpetratori. Questo è ad esempio il caso delle principali stragi della 16. SS-Panzergrenadierdivision "Reichsführer-SS". Fu il giovane disertore Willi Haase a fornire le prime notizie della strage di Sant’Anna di Stazzema, mentre Willi Kneissl e l’alsaziano Julien Legoll denunciarono quella di Monte Sole. 

Ci furono anche casi in cui i disertori esposero i civili e i partigiani a enormi rischi. A Sant’Anna di Stazzema le operazioni che portarono alla strage furono innescate dal rientro nei ranghi tedeschi di un disertore che era stato accolto dai partigiani alcune settimane prima. Catturato in un Rastrellamento, fece la spia e denunciò gli abitanti che intrattenevano rapporti con la Resistenza. A volte, il tradimento era involontario, come nel caso del soldato Heinrich Krüger, ma le conseguenze erano lo stesso gravissime. Krüger si era unito ai resistenti nella zona di Arezzo. Catturato, gli furono estorte con un violento interrogatorio le informazioni che portarono alla strage di San Polo.

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