Un soldato della divisione Hermann Göring controlla i documenti di un giovane lungo una strada dell'Appennino, primavera 1944. © BArch, Bild 101I-477-2106-08 / Fot. Freytag

Le stragi nell’Italia occupata 1943–1945 nella memoria dei loro autori

Tra il 9 settembre 1943 e il 2 maggio 1945, durante l’occupazione dell’Italia, alcune truppe delle SS e della Wehrmacht si resero responsabili di efferate stragi di civili: uccisero in particolare donne, bambini, anziani.

Questo progetto nasce dalla raccolta di voci, immagini e testimonianze dei soldati tedeschi in Italia e in particolare dei Täter [perpetratori, autori] di quelle stragi. Diari e lettere di guerra, ma anche deposizioni processuali, interviste e inchieste giornalistiche, effettuate dall’immediato dopoguerra fino agli anni Duemila, sono usate come fonti per indagare le mentalità e approfondire i meccanismi della violenza.

Il progetto ha radici profonde: si va a inserire nel quadro delle iniziative scaturite dalla Commissione storica italo-tedesca creata nel 2009 dai Ministri degli Esteri italiano e tedesco. Nel 2012, a conclusione dei lavori della Commissione, il governo della Repubblica Federale Tedesca si è impegnato a istituire presso il ministero federale degli Affari esteri un "fondo italo-tedesco per il futuro" per finanziare iniziative sulla storia e la memoria delle relazioni tra i due paesi nel corso della seconda guerra mondiale.

Ispirandosi alle raccomandazioni della Commissione, questo progetto vuole contribuire allo sviluppo di una nuova cultura della memoria tra Italia e Germania. Infatti, se in Germania le stragi di civili commesse dall’esercito tedesco sul fronte italiano sono poco conosciute, in Italia sono poco noti gli effettivi responsabili. Ci proponiamo quindi di mettere in relazione le culture memoriali dei due paesi, per poter ampliare le prospettive scientifiche ed educative.

Ma le radici di questo progetto affondano ancora più lontano nel tempo, ricollegandosi agli sforzi fatti a partire dalla seconda metà degli anni Novanta fino ai primi anni Duemila da storici italiani e tedeschi, unitamente a giornalisti, impegnati per diffondere nei due paesi la conoscenza dei crimini compiuti dalle forze armate della Germania nazista durante l’occupazione dell’Italia.

Paracadutisti dell´esercito tedesco a Firenze, estate 1944. © BArch, Bild_101I-587-2260-25 / Fot. Wahner

Le ricerche di allora e tutti gli approfondimenti successivi costituiscono le fonti fondamentali di questo progetto, tramite il quale intendiamo proporre a un largo pubblico, in particolare di giovani, strumenti per conoscere i meccanismi psicologici, i percorsi politici, le mentalità, motivazioni e disposizioni che hanno portato in pochi anni migliaia di soldati in uniforme tedesca, in parte giovanissimi, ad accettare come legittimo atto di guerra la strage di donne e bambini. Sono domande alle quali si fatica a dare risposte adeguate. Tuttavia, spiegare i complessi meccanismi e le dinamiche che hanno portato a così terribili distruzioni e lutti è una necessità civile alla quale gli storici in particolare non possono sottrarsi. Non lo ha fatto la Täterforschung, il filone di studi sui perpetratori, gli autori dei crimini del nazismo, i cui risultati sono stati recepiti dal nostro progetto e applicati ai nostri casi di studio.

Il progetto ha un approccio spiccatamente biografico e questo si riflette nel nostro sito, dove le biografie individuali di personaggi noti, come Walter Reder o Herbert Kappler, meno noti, come Helmut Looß o Anton Galler, e finora quasi ignoti, come Franz Schmidt, si accompagnano a biografie collettive di intere unità o organismi militari, come la divisione SS “Reichsführer-SS”, la divisione “Hermann Göring”, la 26. Panzer-Division e numerose altre, che via via aggiungeremo. 

Per questo motivo, abbiamo scelto di approfondire alcuni casi studio: stragi selezionate sulla base della loro importanza, in modo da delineare l’ampia cronologia degli eventi e restituirne anche la componente territoriale diffusa. Ma, soprattutto, episodi che ci permettessero di mettere in luce le responsabilità di diverse formazioni dell’esercito occupante e delle sue organizzazioni: divisioni SS, ma anche unità della Wehrmacht e dell’SD.

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NS-Täter in Italien – “Le stragi nell’Italia occupata (1943-1945) nella memoria dei loro autori”, a cura di Udo Gümpel
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