Campo Imperatore, 12 settembre
Il 25 luglio 1943, l’arresto di Benito Mussolini colpì Adolf Hitler in maniera particolarmente violenta. Le sue reazioni furono emozionali, aggravate dalla sua convinzione – non supportata da alcuna prova – che il duce del fascismo caduto venisse trattato indegnamente dal nuovo governo italiano. La sua prima reazione fu quella di inviare a Roma il generale Kurt Student e una divisione paracadutista con l’ordine di approntare piani per liberare Mussolini, impadronirsi dei centri di potere e restaurare il fascismo. Le notizie sulla località in cui Mussolini era detenuto erano incerte. Grazie all’intervento di uomini del corpo SS, oltre che del servizio della Sicherheitspolizei di Roma, gli ufficiali Erich Priebke e Gerhard Köhler, fu possibile individuare l’Albergo Campo Imperatore sul Gran Sasso, dove Mussolini era stato portato il 28 agosto 1943.
La liberazione di Mussolini
L’azione fu condotta dal capitano SS Otto Skorzeny, comandante dei reparti di commandos SS e da una compagnia di paracadutisti che atterrarono presso l’albergo con degli alianti e in un rapido colpo di mano liberarono Mussolini. Le immagini sono state scattate dal giovane fotografo Toni Schneiders, in servizio con le truppe paracadutiste.
Nel dopoguerra Schneiders fu uno dei più noti fotogiornalisti tedeschi. Le sue foto di alta qualità si trovano in molti libri di viaggio a partire dagli anni Cinquanta. L’azione condotta per liberare Mussolini ebbe un altissimo valore propagandistico per la Germania nazista e le immagini di Schneiders conobbero un’enorme diffusione.
Archivio
Bildarchiv del Bundesarchiv
Fotografo
Toni Schneiders (PK XI. Fliegerkorps)